Chiesa Santa Maria del Carmine
Santa Maria del Carmine è una chiesa situata sul lato occidentale di Barletta, esattamente su piazza Marina e giace sulle vecchie mura che proteggevano la città dagli attacchi di pirati e corsari.
La chiesa e il convento furono costruiti nel 1300 circa. Al 30 agosto 1364 risale, infatti, la prima fonte che parla della sua esistenza, in cui si registra la donazione della casa ospizio presso la chiesa S. Maria del Carmelo, da parte di donna Giacoma de Marra ai frati Carmelitani. Questo dunque ci fa capire che sia la chiesa che l’ospizio (il quale in seguito divenne convento) esistevano già in epoca anteriore. Nel 1519 con l’allargamento delle mura, l’edificio di culto, inizialmente extra moenia, rientrò nell’ambito del tessuto urbano. Numerosi sono i documenti ritrovati in cui si menziona questa chiesa con l’antico nome di S. Maria della Carità o Santa Maria in Ripa, perché era situata in riva al mare. Da un altro documento capiamo che nel 1620 il convento risulta ancora in costruzione e solo 1703 ricompare in un atto, redatto da fra Nicola Lupo, in cuivene stilato un inventario dei beni della chiesa alquanto articolato. Il 20 marzo 1731 un violento terremoto fece crollare la facciata della chiesa e provocò danni talmente gravi alla struttura che costrinse i frati Carmelitani alla riedificazione del tempio.
Il 7 agosto del 1809 il convento fu soppresso e i suoi beni furono consegnati. Tra questi, di grande valore era un bonorum del 1694 e un baule di scritture e pergamene antiche che vennero trasferite nell’Archivio di Stato di Napoli, dove però, andarono distrutte a causa di un incendio, durante la seconda guerra mondiale. Con l’arrivo dei francesi il convento fu utilizzato come sede degli uffici della Marina militare.
Al ritorno dei Borboni, furono sgomberati gli uffici marittimi e il Decurionato chiese aiuto alle facoltose famiglie barlettane per il ripristino della chiesa. L’invito fu raccolto dalla famiglia De Martino, arricchitasi con il commercio dei cereali, che acquistò l’intero complesso conventuale. I fratelli De Martino fecero divenire il convento per una parte magazzino per i cereali e per una parte abitazione. La chiesa, invece, fu restaurata dalla famiglia che ancora oggi ne detiene la proprietà.
Struttura
La facciata esterna della chiesa, essendo stata completamente ricostruita dopo un terremoto, nel 1731, ha uno stile settecentesco. In alto, possiamo notare un’ampia finestra con arco ribassato. Mentre nella parte inferiore della facciata sono disposte, alle due estremità, due aperture con archi a tutto sesto che, però, oggi sono murate. La chiesa ha anche un campanile, che si erge a fianco del vecchio convento, dotato di quattro modeste campane in bronzo.
Entrando, la chiesa presenta un’unica navata. In fondo, di fronte all’ingresso, si trova il presbiterio e l’altare maggiore, risalente all’800. Alzando la testa, si può notare una cantoria in legno dove era posto un organo che, però, è stato rubato. Sui lati della chiesa sono presenti due grandi cappelle evidenziate da alte arcate. In quella di sinistra sono collocati i loculi appartenuti ad alcuni componenti della famiglia De Martino che precedentemente erano sepolti nelle grotte catacombali della chiesa, a cui oggi non si può più accedere per le gravi infrazioni marine. Nella cappella di destra, invece, troviamo solo un altare.
Prezioso è il pavimento di magnolia che ricopre l’intera area della struttura e che presenta anche delle decorazioni geometriche. Vicino al portale, sempre sul pavimento, si può notare un riquadro che ricorda l’importante intervento voluto dai fratelli De Martino e che reca la data 1836. Tempo fa, sui muri dell’edificio, erano affisse anche delle tele che raffiguravano i Santi e che sono state poste al sicuro dalla famiglia, per evitarne il deterioramento.
Il convento si presenta su due lati e su due piani e come la facciata della chiesa si divide in due parti distinte: quella superiore è intonacata, mentre quella inferiore è realizzata in bugnato rustico.
Riproduzione riservata © La riproduzione è concessa solo citando la fonte con link all'articolo.
bellissima vorrei averne una copia con più notizie