Proverbi barlettani: l’antico mestiere del contadino
Nuovo appuntamento con i proverbi in vernacolo. Mi diverte sempre molto andare alla ricerca degli antichi modi di dire e ogni volta interrogo persone anziane, scoprendo molti proverbi che non conoscevo e che racchiudono tanta parte della storia della nostra città.
Significativi a questo proposito sono i proverbi che rievocano gli antichi mestieri, sui quali mi vorrei soffermare.
Si sa che le campagne barlettane, e in generale quelle pugliesi, sono ricche di frutti, dunque il lavoro del contadino, pur essendo molto antico, resiste ancora.
Proprio per questo numerosi sono i detti derivanti dalla saggezza popolare che riguardano il lavoro della terra.
Molto significativi sono quelli che evidenziano l’influenza dei fenomeni atmosferici sul raccolto.
Tra questi ricordiamo:
“C sem-n c l’ecqu, cogghj cu panir”
Chi semina con l’acqua, raccoglie con il paniere
Qui è sottolineata l’effetto benefico della pioggia nel periodo di semina, poiché questa garantisce raccolti rigogliosi.
Sempre ricollegandosi ai fattori climatici ricordiamo uno dei detti più noti ancora oggi:
“Chiov e amman vind a u zappator ne frac nind”
Piove e c’è vento al contadino non interessa
Questo fa riferimento al lavoro duro e instancabile del contadino che continua a curare la terra anche sfidando le intemperie.
Più o meno lo stesso senso è rinvenibile anche in un altro modo di dire:
“Sem-n quenn je timb e nenn guarden ‘o timb”
Semina quando è tempo e non badare al tempo
Saggio aforisma che invita il contadino a seminare nel periodo ritenuto giusto anche se il clima risulta inclemente.
Altre massime sono veri e propri consigli che, se seguiti, potranno garantire buoni risultati. Ad esempio:
“C vu jegn i vutt, zepp affunn ‘e put curt!”
Se vuoi riempire le botti, zappa a fondo e pota corto!
Questo consiglio suggerisce al contadino che vuole una vendemmia ricca, di zappare in profondità e di potare lasciando pochi tralci corti che permettano di avere pochi rami carichi di uva.
Oppure, consigli che riguardano le colture olivicole, iche insieme a quelle vinicole, sono molto diffuse nel nostro territorio:
“Nen m-ttenn ‘a mezz, ca l’ammezz”
Non mettere la mazza, che le ammazzi
Questo avvertimento esorta a non usare la pertica per perquotere le olive, poichè questa reca danno sia all’albero che al frutto.
Alcuni proverbi e consigli sono validi ancora oggi, altri, invece, con l’avanzare del progresso e della tecnologia, non sono più attuali. E’ importante però che rimangano vivi nella nostra memoria così da ricordare e tramandare ai posteri i frutti delle passate generazioni e tenere ben saldi i legami con la nostra terra e con la nostra lingua.
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