Dialetto barlettano. Le origini della lingua
Il dialetto barlettano è una lingua che sorprende continuamente. Ogni qualvolta ascoltiamo una locuzione dialettale mai sentita in precedenza, e capita spesso, cresce sempre di più la curiosità e la voglia di conoscere i nuovi termini dialettali.
Ci chiediamo spesso quali siano le traduzioni delle parole nella lingua italiana, ma talvolta non esistono termini il cui significato combaci alla perfezione con quelli utilizzati nel dialetto barlettano… ci vorrebbe un vocabolario barlettano-italiano.

Da dove nasce il dialetto barlettano
Cominciamo col dire che l’idioma barlettano fa parte del gruppo più ampio di dialetto detto apulo-pugliese. Trovandosi Barletta a metà strada tra la provincia barese e quella foggiana, il vernacolo locale ne è conseguentemente e inevitabilmente condizionato, includendo modi di dire tipici del capoluogo pugliese e altri dauni.
Così come questi altri due dialetti, anche quello barlettano deriva dal latino volgare. Ma la Puglia, si sa, per via della sua posizione geografica, è sempre stata terra di conquista e ha visto molto spesso avvicendarsi popoli diversi. Per questo motivo la base latina del nostro vernacolo ne risulta modificata, dando vita ad una mescolanza di termini dovuta alle conquiste dei normanni e degli svevi, degli spagnoli e dei francesi, degli arabi e dei greci che hanno dato vita ad un dialetto ricco e vario.
Purtroppo però, con il passar del temo, la lingua dialettale, che si tramanda verbalmente di generazione in generazione subisce inevitabilmente un cambiamento, ha delle perdite irrecuperabili e molti termini sono sostituiti da altri più vicini all’italiano corrente.
Questi fenomeni che portano alla variazione dei suoni delle parole vengono studiati dalla linguistica italiana che ha individuato differenze rilevanti con il passare dei secoli. Ad esempio uno dei fenomeni di variazione più frequenti nel dialetto barlettano è quello delle vocali turbate oppure quello dei dittonghi e delle allitterazioni derivanti dalle vocali fratte, che consistono nella variazione di timbro e di apertura delle vocali toniche e tanti altri.
La cultura dialettale ha un’importanza fondamentale perché racconta la storia di una città e di un popolo definendone l’identità. Preservarla e tramandarla significa mantenere vive le tradizioni culturali di un determinato luogo, creando un ponte tra il passato e il presente. Non dimenticarla significa ricordare le radici e le origini da cui deriviamo.
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Sono un Barlettano radicato in Brasile fin dai miei 20 anni. Nonostante i più di 50 anni distante dalla mia patria barlettana, il dialetto nostrano mi viene più facile che non il Portoghese e lo stesso Italiano. Rimasi contento di aver scoperto questo sito-portale (aBarletta.it) perchè mi fà sentire a casa anche quando sto a molte diecina de migliaia di chilometri da Barletta. La cittá che ho percorso nei miei anni d’infanzia mi é fotografata nella mente di maniera indelebile: il Largo San Nicola, Piazza Roma, il giardino della Stazione, Via Imbriani, Eraclio, Il castello, il Borgo di Santa Maria, il Lungomare, la Madonna dello Sterpeto, Corso Garibaldi e Corso Cavour, il Borgo di Paraticchio, le chiese di San Ruggiero, Santa Lucia e di Ettore Fieramosca etc. Segiró con emozione il vostro Blog.